venerdì 16 ottobre 2015

Orient_arsi

Migliaia? Sì, credo migliaia. Jeans, Converse, zaini, piumini, brufoli e occhiali.
Migliaia a cercare di capire, a immaginare il futuro. Hanno tredici anni, hanno diciannove anni, hanno l'età delle scelte. Tutti in una fiera, che si chiama con un nome inglese perché fa giovane. Nella fiera si vende il futuro. Negli stand non circola moneta, non ci sono bancomat né contanti. Nell'aria c'è attesa, tensione, voglia di capire, e fluttuano domande, dubbi, richieste.

Ci sono i ragazzi studiosi, che ti frugano negli occhi, a cercare una conferma, e ascoltano annuendo, certo, sì, il metodo di studio, e i compiti, l'impegno, l'organizzazione, ma c'è tempo per fare tutto?, e posso continuare il basket il pianoforte il volontariato?, imparare a imparare, ma quante ore si fanno di matematica? e il latino a cosa serve?

Ci sono i ragazzi che fingono di non essere studiosi, perché fa figo, e arrivano sbruffoni, fanno battute, ma io non sono un secchione, figurarsi, voglio studiare il meno possibile, ma c'è il gruppo sportivo?, ma intanto guardano il quadro orario e prendono l'opuscolo, ché non si sa mai.

Ci sono i genitori ansiosi, arrivano prevenuti, ma una mia amica mi ha detto che, ma è vero che ne bocciano tanti?, ma i professori sono di ruolo? e la mensa, la mensa c'è?, e intanto studiano le parole, le soppesano, incerti se credere alla prima impressione o cedere ai pregiudizi.

Ci sono i futuri universitari, arrivano sicuri di sé, o forse millantano sicurezza, ma in realtà hanno una paura fottuta del futuro. Gliela si legge negli sguardi, l'inquietudine ormonale di chi sta stretto nei panni dell'adolescente, ma quelli dell'adulto gli stanno ancora larghi, e adottano gesti maturi senza convinzione, per imitazione, sperando in un miracoloso processo di osmosi.

E ci siamo noi, al di qua degli stand, a cercare un equilibrio fra realtà e illusione, fra verità e menzogna, fra la scuola che vorremmo e quella che viviamo, fra il sogno e l'augurio. Non mentiamo, no, quando diciamo "vedrai che ti troverai bene", perché lo pensiamo davvero, ed è immensamente bello vedere sorridere il futuro dentro quegli occhi, almeno per un momento, almeno nei desideri.

Loro, noi, uniti dalla speranza.