lunedì 15 aprile 2013

Miracle workers



Un miracolo inizia sempre per caso.
Non c'è verso, se miracolo deve essere, è dal caso che deve partire, per iniziare il suo viaggio nelle nostre vite.
Così, dall'incrocio delle esistenze, a volte non nascono nodi inestricabili, ostacoli insuperabili, grovigli impossibili, ma possono svilupparsi coincidenze, consonanze, armonie.
Gli sguardi si sorridono, le parole sono calde di vita, le lacrime sono buone, il caso si riempie di senso; l'equilibrio non è più precario, le distanze si accorciano, il tempo si annulla, e la musica fa il resto.
Una voce nel chiuso di una stanza porta atmosfere lontane, spalanca possibilità di futuri, canta di rimpianti e di speranze, si carica di dolcezza ed energia.
Le giovani vite appese alla voce intravvedono un percorso appena suggerito; e tutte, tutte, sono giovani, qui, della giovinezza splendente delle promesse custodite nel cuore e tenute in serbo per questo attimo.

Per un lungo attimo, la musica compie il miracolo. E non è mai per caso,





(grazie, Emma)


La voce del merlo

La primavera si è accorta di noi.
La linea dell'orizzonte tarda a immergersi nel nero della notte, e il respiro dei fiori si fa più visibile, anche per gli affannati umani.
Affacciarsi alla finestra significa tornare a vivere un po' di più, un po' meglio, e tornare a gustare, briciola su briciola, la piccola pagnotta di felicità concessa dagli dèi.
Se poi la pagnotta ha il sapore di un biscotto al cioccolato, assaporato nella sera, il cuore torna bambino. Dai rami degli alberi vicini, lo zirlare di un merlo, sonoramente felice di tornare a gustare le briciole della sua sera.
Condividere il biscotto di vita con un essere volante, sorridergli, e comprendere il misterioso suo zirlare, è il dono di questa sera, al centro esatto di una primavera che si è accorta di noi.

Vorrei poterlo dire a mio padre.