lunedì 21 gennaio 2013

illogica, ma allegria



vieni qui, giovanna, che ti faccio ascoltare gaber. sì, quello di quella sera a varese, quello che hai cercato sul tubo poi, e scaricato il testo, come si chiamava la canzone?, sì, c'è solo la strada, ti piace tanto, lo so, è come te, anche se hai solo dodiciannemmezzo e sa dio come fai a sapere che quel pezzo è così bello.

vieni qui, ti faccio ascoltare l'illogica allegria, stai qui, siediti qui, sulle mie ginocchia, ecco.
ascoltiamo insieme, ascolta bene il testo, fa niente se non capisci tutto, sono sicura che intuisci, hai le antenne speciali pe rintuire la Bellezza.
siediti qui, ecco.
chiudiamo gli occhi insieme, madre e figlia, testa a testa, ascoltiamo e pensiamo.
eccola, la senti? sì, lo so che non la ascolti solo, ma la senti, la percepisci, l'allegria di cui parla.
sta tutta nel breve respiro che ci accomuna,
nel calore delle nostre mani vicine,
nel tepore che produciamo, in questo pomeriggio di gennaio,
nella lacrima di emozione che dal mio occhio sinistro scende a inumidire la tua guancia destra.

ed ecco, improvvisamente, ci prendiamo il diritto di vivere il presente,
il presente dei nostri corpi stretti abbracciati tesi a comprenderlo.
fuori, il mondo va in rovina, ma tu non credergli.
tu credi all'amore di tua madre, alla fiducia che ci lega, e alla Bellezza della musica.
ed eccola, che sboccia.
è illogica, ma è allegria.
e noi due, qui dentro.