sabato 2 giugno 2012

lettera a malfermo

Ogni volta che sorriderete a un ospite che si nutre dei vostri sorrisi, e lo saluterete con rispetto
 Ogni volta che vestirete e pettinerete un ospite parlandogli e controllando se ha gli occhiali, la collana, il cellulare, il bastone, il fazzoletto, se è pulito e composto
Ogni volta che somministrerete le medicine a un ospite parlandogli, spiegandogli la causa e lo scopo, anche se sembra non capire
Ogni volta che porterete in giardino gli ospiti in carrozzina, scegliendo per loro il posto migliore dove stare, le persone più adatte con cui stare
Ogni volta che pulirete un ospite con la cura e la dignità che riservate al vostro corpo
Ogni volta che darete a un ospite ciò di cui ha bisogno, senza che ve lo richieda
Ogni volta che non lascerete un ospite solo nel salone, o in sala da pranzo, e lo sposterete insieme agli altri, o vi fermerete anche solo un attimo con lui
Ogni volta che parlerete agli ospiti delle vostre famiglie, dei vostri figli, dei vostri genitori, dei vostri progetti, dei vostri sogni, coinvolgendoli nelle vostre vite
Ogni volta che con loro metterete da parte la frenesia del lavoro, i vostri problemi e le vostre ansie, per attingere forza dalla loro debolezza
Ogni volta che farete ridere, sorridere, emozionarsi, partecipare un ospite, come con un amico
Ogni volta che sopporterete le loro lamentele, gli sgarbi, le cattiverie piccole e grandi, dovuti a una condizione difficile da sopportare, e li aiuterete a sopportarla
Ogni volta che li porterete in giro, li farete pregare, giocare, cantare, ascoltare musica, ballare, recitare, travestirsi, leggere, nutrirsi della vita in comune e della bellezza della vita
Ogni volta che li accarezzerete, li imboccherete, li chiamerete per nome, li toccherete, li bacerete, o vi farete baciare e accarezzare, anche se non sembra che ci sia un motivo, perché un motivo invece per loro c’è
Ogni volta che non li piazzerete davanti alla televisione, ma commenterete con loro i fatti del mondo fuori che entrano in questo mondo
 Ogni volta che parlerete a loro della vostra terra di origine, facendo sentire la vostra nostalgia per le persone lontane che avete lasciato e a cui pensate
Ogni volta che non considererete un ospite solo un organismo da medicare, analizzare, o di cui constatare il decadimento, e accompagnerete alla fine lui e i suoi familiari con dolcezza e umanità
Ogni volta che li considererete non tanto ospiti, ma quello che realmente sono: uomini, donne, cittadini, vostri simili, vostri fratelli, vostri amici, persone,
Io ricorderò tutte le volte, tantissime volte, in cui Voi lo avete fatto a me.
E, nella Luce in cui io sono, rivolgerò a Voi un sorriso e un pensiero di bene.
Grazie, fratelli. Grazie, sorelle. Grazie, amici.
Avete reso luminosi gli ultimi anni della mia vita.
 Vi abbraccio, uno per uno.
Ora sono davvero una Roccia a cui appoggiarvi.
Il vostro Gianluigi, Luigi, Luis, Gian, il Bianchi.