mercoledì 9 dicembre 2009

dov'è il cuore?


e facciamo che è natale, e un concerto a tema ci vuole.
e facciamo che 'sto giro non ho proprio proprio nessun dubbio: c'è Capossela agli Arcimboldi, e con ampio anticipo mi assicuro la seconda fila centrale, ché non ne posso più di solo show visto in un angolino.

e mettiamoci pure che non mi aspetto niente di diverso da quanto immagini, e che già il solo show mi ha regalato ampie soddisfazioni.
però quando c'è di mezzo il cuore, e c'è di mezzo il natale ruvido riveduto e corretto vinbrulé da Vinicio, la sorpresa è in agguato.
ché vedere il Wurlitzer agghindato come dopo una nevicata, il banco mixer con le lucine rosse intermittenti, Jessica nei (corti) panni di una babbanatale tatuatissima, un braciere con fuoco (finto) ma con un pentolone (vero) di vino a scaldare, Vinicio con una giacca di paillettes rossa, un organo di Barberia passare fra le file suonando un canto natalizio, tanto per cominciare, è un regalo fatto e finito, infiocchettato e consegnato zero spese di spedizione.

però, la vera strenna è sentire un concerto perfetto, senza sbavature, in miracoloso equilibrio fra malinconia ed edonismo, come dev'essere per ogni carpediem che si rispetti.
la filosofia di Vinicio è precaria e granitica insieme: visto che non ci sono altre certezze se non l'amicizia e il cuore, allora, mettiamoceli entrambi ovunque. e riempiamo di senso la nebbia e il freddo del nostro dicembre, per scaldarci l'anima, e per tenerci da parte almeno le risate e le emozioni. dentro, nel pentolone, restano in caldo belle musiche, parole buone, luci e visioni, tutte le visioni di un'infanzia eterna. fino a sottrarre tutto, e finire (nel bis, a tendone chiuso) nel proscenio con un ombrello e un suono essenziale, a cantare nella pioggia, sotto uno scroscio di schiocchi di dita. magia e meraviglia. con fiocco rosso e bigliettino. e lui che mima, per ringraziare, il suo cuore, che si allarga fino a contenere tutti.

il suo cuore, che vive nei nostri sorrisi.