domenica 1 marzo 2009

tutto il mio folle amore


siamo sottoterra. e resistiamo tutti.
manca l'aria. però ci sono la Poesia, la Polemica, la Profezia. P.P.P.

quanto amore, Pasolini, quanto amore, da succhiare tutta la sua breve vita. dalla Poesia della pioggia che balla fra le viole, negli scritti in friulano, alla Polemica sulla d_istruzione, operata dalla televisione, fino alla Profezia di una società massificata, spogliata del suo passato, senza memoria, e quindi, senza speranza.

"e se mi accade
di amare il mondo non è che per violento
e ingenuo amore sensuale
così come, confuso adolescente, un tempo
l'odiai, se in esso mi feriva il male
borghese di me borghese"


eppure, in questo teatro sottoterra, che condivide le fondamenta con la Scala e Bankitalia, la resistenza si respira, come la poca aria che c'è.
un uomo e una donna, lui potente e intenso come Manzanò, lei lunare e delicata come Giulietta, inscenano un circo di paese, e ognuno dei due è un medium, attraverso cui rivive P.P.P.
con la sua elegiaca Poesia di un passato contadino, con la sua feroce Polemica per un presente individualista, con la lucida Profezia di un futuro instabile.
il sorriso dei pagliacci si spegne nel silenzio del pensiero.
radio Ostia gracchia una verità che pochi vogliono sentire.
il fiore è calpestato.

ma il Teatro vive. e la voce di P.P.P. con lui.



TUTTO IL MIO FOLLE AMORE
s-concerto poetico per un profeta popolare: Pier Paolo Pasolini
di e con Alberto Astorri e Paola Tintinelli




2 commenti:

  1. C'erano poesia e profezia : ora tanta sterile polemica,la poesia ,se escludiamo tanti moderni belbettamenti su rose e tramonti , quella sociale ed insanguinata, passionale tenerissima ed ironica di PPP non ci può piu essere: a chi interessano le scomparse borgate del sottoproletariato di Roma? A chi l'annientamento di una cultura ultramillenaria del mondo contadino? Io dico che anche Pasolini non saprebbe più cosa dire oggi.visto che le sue catastrofistiche previsioni sono andate ben oltre ogni sua più pessimistica visione. A noi ,per ora non resta che la malinconia di ciò che non può tornare ,in attesa di altri poeti di altri pittori di altri musicisti. Ma questi non possono per ora fruttificare nel giardino della casa del grande frarello, chiisà come e quando si riusciranno a mettere le radici nel cemento.Un abbraccio .

    RispondiElimina
  2. caro/a anonimo/a,
    la vita è resistenza. e la scuola può, anzi deve, a mio parere, insegnare non tanto nozioni, quanto presenze. come quella di PPP. e attraverso queste, abituare (o riabituare) le menti a pensare, i cuori a sentire, gli occhi a vedere.
    non so se ce la farà, i marosi sono sempre più potenti. ma almeno ci avrà provato.

    ricambio l'abbraccio, anche se non so chi sei...

    RispondiElimina